Il tratto comune a tutti i tipi di marmo è la lucentezza. Ad un primo impatto visivo, questa roccia metamorfica estratta dalla crosta terrestre rispecchia la solidità e la robustezza che la caratterizzano.
È uno dei materiali più preziosi impiegati nell’edilizia e comporta spese elevate non solo in fase d’acquisto, ma anche nella manutenzione. Esso, infatti, è delicato, poroso e soggetto ad alterazioni che possono danneggiarlo. Pertanto richiede particolari cure.
La sua versatilità è tanto ampia quanto inaspettata, soprattutto per i non addetti ai lavori. Nelle tipologie più pure, trova impiego nel settore industriale, in quanto fonte di carbonato di calcio (CaCO3). Questo sale, infatti, è utilizzato come sbiancante nell’industria cosmetica e, in associazione al caolino (argilla bianca), anche in quella cartaria, in quanto conferisce una maggiore robustezza ai prodotti finali.
Ma il suo campo d’elezione è quello dell’arredamento, dove ha un posto di rilievo nella costruzione dei mobili e nella posa di pavimenti e rivestimenti per le pareti. Nelle sue varietà più chiare, ha assunto un ruolo importante tra gli scultori dell’antichità, che lo definivano “oro bianco”.
Qual è il marmo più bello?
Più la materia estratta è candida, meno impurità presenta. Un colore differente dal bianco dipende dalla presenza di alcune sostanze, come argilla, sabbia, ossidi di ferro, mica, silice e molte altre. Proprio le cromie assunte, associate a localizzazioni geografiche specifiche, danno il nome a tantissime varietà, provenienti dall’Italia e dal resto del mondo.
Quanto segue fa riferimento alla roccia propriamente detta e non ai suoi derivati. Pertanto i “lastronati“, che possiedono soltanto un sottile rivestimento esterno di marmo, e la “graniglia”, ottenuta per miscelazione di schegge e ciottoli nel cemento, non rientrano in questa distinzione.
I marmi di Carrara sono, certamente, i più conosciuti. Possono presentarsi con aspetto arabescato e striature, che danno origine al “Calacatta” quando esse tendano al verdastro. Ma possono avere superfici color latte, segno di un’elevata purezza. Tuttavia, questa prerogativa è condivisa con la pietra di Trani, il marmo di Vezza e quello di Thassos, noti per essere straordinariamente candidi e perfetti per le sculture.
Al diminuire delle percentuali di carbonato di calcio, il bianco fa spazio a striature tra il giallo e il grigio, dando vita al Travertino, poroso ed indicato per i rivestimenti esterni. Oppure al Botticino, con i suoi motivi crema somiglianti a delle crepe. Quando lo sfondo vira al beige ed ha leggere screziature sul tortora, si tratta di un Marfil di Spagna, impiegato anche per le decorazioni.
Tra le tipologie dai toni accesi, spiccano il Rosso ed il Perlato di Sicilia per gli arredi d’epoca, con striature dall’avorio al bronzo per il primo e bianche per l’altro. Chi ama questo colore, ma preferisce un sottofondo freddo, può scegliere la varietà di Levanto, proveniente dall’omonima località in provincia di La Spezia.
Perfino chi ha un debole per il verde può soddisfare la voglia di marmo con il valdostano Alpi, dalle superfici lucide e venature di varie cromie, e con il serpentino di Prato, di largo impiego in passato per gli esterni ed i pavimenti dei luoghi di culto.
Ma questo tipo di pietra si trova anche nelle sfumature più cupe. Un esempio apprezzato nell’arredamento è il nero di Marquina (Spagna), striato di bianco o di grigio ed agevolmente lavorabile. Ad esso si aggiunge il Portoro, proveniente da Porto Venere (SP) ed impreziosito di motivi sinuosi in netto contrasto con lo sfondo.
Abbinamenti e manutenzione
Tutti i tipi di marmo hanno l’enorme pregio di conferire agli ambienti un aspetto raffinato. Le varietà più scure si addicono ad ampi spazi, mentre quelle più chiare sono più indicate per aree piccole.
Il bianco e il nero sono perfetti per mettere in risalto uno stile minimal e geometrie nette; gli altri colori dello spettro cromatico, invece, valorizzano l’arredo d’epoca.
Quanto ai trattamenti, infine, occorre dare la preferenza ai prodotti che preservano la lucentezza ed evitino i graffi. Si può ricorrere a preparati specifici o a soluzioni “green” come il bicarbonato di sodio, l’acqua ossigenata o il sapone di Marsiglia.
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